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Home > Archivio > La mezza stagione errante > Stagione 2018 - 2019 > Maleducazione transiberiana

Maleducazione transiberiana

una creazione di Davide Carnevali
Costumi di Simona Dondoni - Luci di Silvia Giulia Mendola
Video e suono di Luca Plumitallo e Alberto Onofrietti
Assistenza alla regia di Giovanni Ortoleva
Consulenza alle scene di Katarina Stancic
Consulenza alla drammaturgia di Arianna Bianchi
con Fabrizio Martorelli, Silvia Giulia Mendola, Alberto Onofrietti
e con la partecipazione di Angiolina Teresa Ruota e Caterina Capparucci
Produzione esecutiva: Francesca Di Mauro. Prod. Teatro Franco Parenti, MILANO

Maleducazione transiberiana è un progetto sul rapporto tra pedagogia  e spettacolo. E in particolare sull’influenza che la televisione e i mass media esercitano sull’immaginario comune a partire dall’infanzia, attraverso le trasmissioni per ragazzi e la programmazione dei cartoni; fino al ruolo che giocano nelle politiche di educazione e di produzione artistica nella società contemporanea. Si parlerà di fiabe, cartoni animati, film, canzoni, musical, filastrocche, poesie e in generale di quelle narrazioni che appartengono all’universo del bambino e che influenzano la sua visione del mondo. Andremo da una rilettura postmoderna di Cenerentola a Peppa Pig, passando per un’indagine socioeconomica sulle condizioni lavorative di Holly e Benji; discuteremo con i bambini dei loro sogni e desideri per il futuro, e ci confronteremo con differenti punti di vista sulla pedagogia secondo Fourier, Marx, Brecht e Benjamin, per giungere infine alle politiche di de-regolarizzazione delle due presidenze di Ronald Reagan, che hanno aperto definitivamente la strada al marketing per l’infanzia negli Stati Uniti. Dobbiamo sempre ricordare che le storie non raccontano mai la realtà; esse, piuttosto, la mediano in un discorso costruito su un preciso punto di vista. Ogni storia è dunque un’immagine parziale della realtà, filtrata attraverso una prospettiva ideologica, che emerge attraverso la strategia di narrazione: la realtà raccontata come chi la racconta vorrebbe che fosse e, soprattutto, che “fosse percepita”. Il bambino, la cui personalità è ancora in costruzione e la cui mente è più vulnerabile alle strategie di comunicazione, è il ricettore più esposto ai rischi della manipolazione del linguaggio. Specialmente in una società in cui il mercato tende ad abbassare la soglia d’età dei suoi consumatori, cercando sempre più insistentemente di espandersi inglobando la fascia infantile. Cosa può fare il teatro a riguardo? Il teatro è il territorio ideale per smascherare l’artificialità delle narrazioni e la loro tendenza a restituire solo “un punto di vista” sulla realtà. Perché solo in teatro la realtà può manifestarsi davanti allo spettatore contraddicendo sia la forma in cui la parola l’ha evocata, sia l’immagine che lo spettatore ha costruito nella sua mente. Attraverso il teatro possiamo dunque, in un certo senso, restituire la realtà delle cose all’esperienza e salvarla dagli usi impropri del linguaggio. Il tutto, sempre con molta ironia. Facendo pensare, sì; ma anche facendo ridere. Perché tutti noi abbiamo fatto esperienza, nei nostri primi anni di scuola, che non c’è miglior stimolo alla riflessione che il divertimento.
Davide Carnevali

Davide Carnevali (Milano, 1981) Ha scritto, tra gli altri: Variazioni sul modello di Kraepelin (Premio Theatertext als Hörspiel al Theatertreffen Stückemarkt 2009, Premio Marisa Fabbri al Premio Riccione 2009, Prix de les Journées de Lyon 2012); Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione ma nessuno se ne accorse (Premio Borrello alla nuova drammaturgia 2011); Sweet Home Europa (Schauspielhaus Bochum 2012, edito da Cue Press ); Goodbye Europa. Lost Words (Theatertreffen Stückemarkt 2013); Ritratto di donna araba che guarda il mare (Premio Riccione per il Teatro 2013); Confessione di un ex presidente che ha portato il suo Paese sull’orlo della crisi (2014); Actes obscens en espai públic (Teatre Nacional de Catalunya, 2017). Nella stagione 2017/2018 ha per la prima volta curato l’allestimento dei suoi testi, portando in scena Maleducazione transiberiana al Teatro Franco Parenti di Milano e Ein Porträt des Künstlers als Toter per la Münchner Biennale alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino. Dalla stagione 2018/2019 collabora con Ert, che ha prodotto Aristotele invita Velázquez a colazione e gli prepara uova e (Francis) Bacon, destinato al circuito delle scuole, e Menelao, con Teatrino Giullare. I suoi testi sono stati presentati in diverse stagioni teatrali e festival internazionali, e sono tradotti in tredici lingue. È pubblicato in Francia da Actes Sud e in Italia da Einaudi.  Per la casa editrice messicana Paso de Gato ha pubblicato nel 2017 il saggio Forma dramática y representación del mundo en el teatro europeo contemporáneo. Nel 2018 gli è stato conferito il Premio Hystrio alla Drammaturgia.