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Letture per Natale

di e con Roberto Anglisani

 

“Quando ero piccolo il Natale era la festa più bella”. Credo che questa frase potrebbero dirla in tanti. Anzi la dicono in tanti, tanto che è diventato un luogo comune e in qualche modo si è svuotata di senso. Mi chiedo allora quale era il senso? Che cosa era unico a Natale? I regali, i giocattoli? No, perché anche in altri periodi dell’anno ne ricevevo. Ciò che era davvero unico era che la mia casa, che era la più grande anche se senza riscaldamento, si riempiva di parenti. Tanti parenti. Sono pugliese, quindi potete immaginarvi. Ma non solo, ciò che più mi piaceva era che ogni anno a Natale si facevano le stesse cose, si giocava a tombola, e il nonno non capiva mai i numeri e mio fratello vinceva sempre, si mangiavano gli stessi cibi, pesce fritto e orecchiette con le cime di rapa, e ogni Natale tutti i miei parenti erano più buoni. Forse perché mio nonno portava dal sud il vino nuovo, dolce, un primitivo di Manduria che faceva 16/17 gradi, ed era un vino miracoloso, perchè i miei parenti lo bevevano e non si arrabbiavano più. Diventavano allegri, avevano voglia di ridere e qualcuno a volte invece di camminare sembrava che ballasse.

Poi il nonno è invecchiato, nessuno della famiglia ha più fatto quel vino, i regali sono diventati più costosi ed è diventato sempre più difficile regalare qualcosa a chi ha già tutto. I parenti hanno cominciato a viaggiare durante le vacanze di Natale e i figli sono cresciuti e ci siamo persi.

E io ho perso anche il Natale. Mi sono chiesto spesso cosa fare per ritrovare il sapore di quella festa e ho pensato che in fondo si trattava solo di fermarsi, di stare insieme, e di celebrare alcune cose che per quel gruppo di persone significavano appartenere alla terra che aveva prodotto quel vino, quel particolare tipo di pasta. Significava sentirsi parte di quella comunità. E questo sentimento faceva sentire tutti meno soli, meno disperati, con radici forti che avrebbero tenuto anche in periodi di tempesta e vento forte.

Veniamo allora alle mie letture di Natale. Sono racconti scelti nel tentativo di andare al cuore di questa festa. Sono racconti che parlano della vita, di quella che ci accade tutti i giorni. Sono racconti per stare insieme, per fermarsi, per sentirsi parte della immensa comunità degli uomini, per ritrovarsi assieme ad altri a riflettere su se stessi, sulla vita umana, e sulla straordinaria meraviglia del creato.

 

Roberto Anglisani inizia la sua formazione nella Comuna Baires e la prosegue partecipando ad alcuni stages con J. Grotowskj e i suoi attori, presso il CRT a Milano. Nel 1980 frequenta la scuola di R. Manso a Milano. Nel 1985 vince una borsa di studio della C.E.E. che da inizio ad un periodo di formazione di alcuni anni con Dominic De Fazio (Actor' Studio, New York). Ha inoltre frequentato la Scuola di Animazione del Piccolo Teatro di Milano.

Nel 1989 collabora con Marco Baliani al progetto “STORIE”, iniziando un percorso sulla narrazione orale che lo porterà a creare narrazioni singole e a partecipare a numerosi progetti sul teatro di narrazione e a diversi Festival Internazionali. Ha inoltre lavorato con diverse compagnie come attore e regista tra cui ill Centro di Ricerca S. Geminiano (Modena), il Teatro Franco Parenti (Milano), il Teatro dell’Elfo (Milano) e il C R T (Milano).

E’ stato docente presso la Scuola di Animazione Pedagogica del Comune di Milano e si occupa della formazione di giovani attori nello Studio Laboratorio dell’Attore di R. Manso a Milano.

 

https://robertoanglisani.wordpress.com/