(S)legati
di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris
musiche Sandra Zoccolan
(S)legati è una storia vera. È una storia di alpinismo estremo. È una storia di sopravvivenza.?È la storia di un impresa. È la storia di un amicizia.?È la metafora di una storia d'amore. È una storia d'amore: per la vita, per l'uomo, per la montagna.?È un monito di insegnamento per quando dobbiamo affrontare difficoltà che sembrano insormontabili.?È la storia di un impresa eroica, impossibile, sovrumana ma anche profondamente umana.?È una storia piena di ingredienti: gioia, dolore, coraggio, paura, coscienza, incoscienza, morte, vita: perfetta per il teatro.?È una storia così vera, ma così vera....da sembrare finta: perfetta per il teatro. Per l'arte tutta.?E questa è "solo" la storia...in teatro poi ci siamo noi: Mattia e Jacopo.? Che siamo amici. Tanto.? A raccontarvela.
Siamo due amici.
Siamo due attori.
E siamo due appassionati di montagna. Meglio: arrampicatori della domenica.
Circa tre anni fa ci siamo imbattuti nell’incredibile storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates.
E’ la storia di un sogno ambizioso, il loro: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete ovest.
Ma è anche la storia di un amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi.
La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna
C’è dunque una cima da raggiungere.
C’è la estenuante conquista della vetta.
C’è la gioia dell’impresa riuscita.
E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. Joe durante una banale manovra si rompe una gamba.
Da quel momento in poi, tutto cambia. L’impresa diventa riuscire a tornare vivi: a 5.800 metri, la minima frattura si può trasformare in una condanna a morte, i due ragazzi ne sono consapevoli, ma nonostante le condizioni disperate tentano un operazione di soccorso.
Tutto sembra funzionare finché, proprio quando le difficoltà paiono superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa volta fatale: e c’è allora il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre.
Quell’atto estremo però, in questo caso miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni.
E’ la storia di un miracolo. Di un avventura al di là dei limiti umani.
Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.
Jacopo-Maria Bicocchi si diploma alla scuola del Teatro Stabile di Genova nel 2007 e, fin da subito, si divide tra teatro, cinema e televisione. Per il teatro è diretto tra gli altri da Cristina Pezzoli e Fausto Paravidino. Dal 2009 in poi torna al Teatro Stabile di Genova oltre che come attore anche in qualità di insegnate e regista.
In televisione è tra i protagonisti della serie “Raccontami”, “Il Commissario De Luca“, ed è diretto da Pupi Avati sempre per Raiuno nella fiction “Un matrimonio”.
Per il cinema lavora con Giuseppe Piccioni, Renato De Maria, Maria Sole Tognazzi, Daniele Vicari e Lorenzo Corvino.
E' vincitore come miglior attore giovane emergente del Premio Nazionale delle Arti indetto dal MIUR (2006) e del premio Hystrio alla vocazione (2007).
Ha partecipato a tutte le webseries della casa di produzione Bymysidewebseries diretto da Flavio Parenti vincendo il premio SIAE e MEI Supersound.
Con Mattia Fabris scrive dirige e interpreta lo spettacolo (S)legati, che ad oggi ha raggiunto più di 150 repliche e vinto diversi premi.
Mattia Fabris si diploma alla civica scuola d'arte drammatica Paolo grassi nel 1996. Durante gli anni della formazione lavora coi registi quali Giampiero solari, Gabriele Vacis, Maria consagra, Gigi dall'aglio, Armando Punzo.
Nel 1996 fonda l'Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca A.T.I.R sotto la direzione artistica di Serena Sinigaglia.
Con A.T.I.R lavora in qualità d'attore all'interno di pressoché tutti gli spettacoli. La compagnia ad oggi gestisce il Teatro Ringhiera di Milano.
All'interno dell' A.T.I.R. è anche trainer fisico in tutte le fasi laboratoriali delle produzioni.
Parallelamente alla sua attività nella compagnia lavora anche con registi esterni quali Cristina Pezzoli, Gabriele Vacis, Bob Wilson in qualità d'attore.
In qualità di regista dirige Chiara Stoppa nello spettacolo "il ritratto della salute" del quale è anche autore. E’ coautore e regista dello spettacolo (S)legati di cui è anche interprete.
www.atirteatroringhiera.it
www.slegati.wordpress.com