ServiziMenu principaleHome
Home > Archivio > La mezza stagione errante > Stagione 2017 - 2018 > Shoah . Frammenti di una ballata

Shoah . Frammenti di una ballata

di e con Fabrizio Saccomanno e Redi Hasa

produzione Ura Teatro

registrazioni sonore Valerio Daniele - Chora Studi Musicali grazie a Renato Grilli e Giovanni Saccomanno

Spettacolo prodotto da Farm Lecce e organizzato dal Consiglio Regionale della Puglia – Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale, in occasione della “Giornata della Memoria 2015”

 

Un giorno di dicembre mi è stato affidato un progetto inerente la shoah.?Si trattava di raccontare in teatro a degli studenti quella che da molti è considerata la più grande tragedia dell’umanità.?Da anni a teatro racconto storie ma da subito ho sentito quanto il compito affidatomi andava oltre le mie capacità.?Non appena cominciavo a raccontare finivo nell’iperbolico, nell’eccezionale. Le parole si ammantavano di retorica, si facevano esagerate.?Continuavo a rileggere centinaia di testimonianze, a studiare le vicende, a nutrirmi di scritti di autori ma poi al momento della restituzione tutto si faceva buio. Dalla fine della guerra ci sono stati lasciati fiumi di parole. Sono molti quelli che hanno testimoniato, raccontato, analizzato, valutato, confessato. Ci hanno lasciato in eredità opuscoli, diari, libri di memorie. Ci sono dentro storie terribili, tanto dolore, a volte anche luoghi comuni, giudizi affrettati e superficiali. Era ed è giusto così. Ma tutto questo materiale mi paralizzava. Sentivo che le mie parole andavano ad aggiungersi a tutta un’infinita letteratura senza nulla aggiungere.?Meglio, mi dicevo, sarebbe il silenzio, il gesto di gettare un fiore in terra o di posare una pietra su una tomba.

Meglio una musica.

Da questo travaglio ha preso corpo quello che ho chiamato Shoah, frammenti di una ballata.?Con Redi Hasa, meraviglioso musicista e compositore, abbiamo costruito quattro brevi racconti in cui continuo è il dialogo tra parole e musica.?Sono racconti che non vogliono dire per intero quella terribile storia (d’altra parte come si potrebbe), sono racconti che più che interessarsi ai fatti cercano di restituire le sensazioni e i pensieri di chi c’era li in quel momento.?Sono voci di bambini ed adolescenti che non capirono allora quello che stavano vivendo e provano a dirselo e a dircelo in qualche modo. Un modo sincopato e stralunato.?Più che voci che spiegano sono occhi che raccontano.?E non cercano redenzione.

Fabrizio Saccomanno

 

L’Associazione Culturale URA teatro nasce come naturale continuazione del sodalizio artistico tra Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese. Dopo anni di lavoro all’interno di un Teatro Stabile per l’Innovazione, e dopo la loro uscita da quella struttura, hanno attivato diverse collaborazioni con artisti e strutture pugliesi, ma costante era la voglia di approfondire quel percorso artistico cominciato oramai quindici anni fa. Nascono nel frattempo due spettacoli, “Gramsci, Antonio detto Nino”, di Saccomanno, e “Per Obbedienza, dell’incanto di Frate Giuseppe” di Pugliese, due lavori in cerca di una ‘casa’, lavori nati in quel filone di narrazione che fa della memoria il proprio centro poetico. Così due personaggi atipici, ognuno a suo modo, Gramsci e San Giuseppe da Copertino, danno il via al progetto URA teatro: quando la ricerca sulla memoria si lega al racconto stesso della vita quotidiana, ai problemi del presente e alle speranze del futuro, diventa un atto creativo della contemporaneità e non uno sterile culto di un passato da idealizzare.
Nella nuova ‘casa’ trovano spazio sia i vecchi lavori di Saccomanno ‘Via’ e ‘Iancu’ che due nuovi progetti: “Shoah, frammenti di una ballata“ di Saccomanno accompagnato dal violoncellista Redi Hasa, e uno spettacolo di cantastorie di strada di Pugliese, ‘Transumanze’.
Nel frattempo è continuo il lavoro sul territorio con progetti di teatro comunità in alcuni paesi del Salento.
URA è parola presa in prestito dalla vicina Albania. Sta per ponte.

www.fabriziosaccomanno.it/associazione-culturale-ura-teatro

 

Redi Hasa è il violoncello più creativo nell’area della musica adriatica, tra le sponde italiche e balcaniche. Già pilastro della Bandadriatica, ora stretto collaboratore di Ludovico Einaudi, Redi costruisce sul suo violoncello una “polifonia monostrumentale” nelle sfumature folk e in quelle più ardite della reinvenzione della tradizione.

Nato a Tirana nel 77, inizia gli studi giovanissimo alla Virtuos School of music e successivamente all’Academy of Arts di Tirana dove si diploma nel 1998. Lo stesso anno vince una borsa di studio presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce dove consegue il  diploma pochi anni dopo.

Ha collaborato con Officina Zoè, Xanti Yaca, Salento Orchestra, Manigold, Adria, BandAdriatica, Admir Shkurtaj Trio, “L’Orchestra Popolare Italiana” e con artisti quali King Naat Veliov, Kocani Orkestra, Ambrogio Sparagna, Claudio Prima, Emanuele Coluccia, Eva Quartet, Enza Pagliara.

Dal sodalizio con la cantante Maria Mazzotta nasce il disco “Ura” (Finis Terrae 2014) che porta alla luce i legami possibili tra i repertori che navigano attraverso l’Adriatico unendo i Balcani e i Carpazi con le regioni del Sud dell’Italia. Attualmente in tour come solista dell’ensemble del pianista Ludovico Einaudi.

 

https://www.facebook.com/redi.hasa.3