Parole date
di e con Fabrizio Saccomanno
una produzione URA TEATRO
In “Parole date” ripercorro alcune storie che mi hanno attraversato in più di dieci anni. Certo ci sono alcuni pezzi dei miei lavori. Dalla vita in miniera ad alcuni episodi della mia infanzia. Da una favola che mi folgorò in una sera di inverno fino ad arrivare ad un racconto di uno scrittore ucraino.
Ma c’è anche il racconto del perché certe storie diventano necessarie al punto che ce ne dobbiamo liberare nella condivisione di un momento teatrale. C’è il ricordo delle difficoltà che ho incontrato, delle soluzioni attuate.
Provo a dire come mi arenavo nel provare a raccontare il mondo del sottosuolo, come un incontro reale modificava il mio stile narrativo o che cosa ha significato in un dato momento l’incontro con uno scrittore.
Ho sempre pensato che il teatro è vivo anche perché a volte è inscindibile dagli istanti di vita di cui si nutre. Questo piccolo viaggio nei miei racconti rappresenta suo malgrado il racconto di alcuni frammenti biografici.
Fabrizio Saccomanno
L’Associazione Culturale URA teatro nasce come naturale continuazione del sodalizio artistico tra Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese. Dopo anni di lavoro all’interno di un Teatro Stabile per l’Innovazione, e dopo la loro uscita da quella struttura, hanno attivato diverse collaborazioni con artisti e strutture pugliesi, ma costante era la voglia di approfondire quel percorso artistico cominciato oramai quindici anni fa. Nascono nel frattempo due spettacoli, “Gramsci, Antonio detto Nino”, di Saccomanno, e “Per Obbedienza, dell’incanto di Frate Giuseppe” di Pugliese, due lavori in cerca di una ‘casa’, lavori nati in quel filone di narrazione che fa della memoria il proprio centro poetico. Così due personaggi atipici, ognuno a suo modo, Gramsci e San Giuseppe da Copertino, danno il via al progetto URA teatro: quando la ricerca sulla memoria si lega al racconto stesso della vita quotidiana, ai problemi del presente e alle speranze del futuro, diventa un atto creativo della contemporaneità e non uno sterile culto di un passato da idealizzare. Nella nuova ‘casa’ trovano spazio sia i vecchi lavori di Saccomanno “Via” e “Iancu” che due nuovi progetti: “Shoah, frammenti di una ballata“ di Saccomanno accompagnato dal violoncellista Redi Hasa, e uno spettacolo di cantastorie di strada di Pugliese, ”Transumanze”. Nel frattempo è continuo il lavoro sul territorio con progetti di teatro comunità in alcuni paesi del Salento.
URA è parola presa in prestito dalla vicina Albania. Sta per ponte.