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L'AcquaSantissima

con Fabrizio Pugliese
Testo e regia Francesco Aiello e Fabrizio Pugliese
Musiche Remo De Vico
Una produzione UraTeatro e I Teatri del Sacro

Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica? Com’è possibile all’interno della stessa Chiesa la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime?
In scena sarà un mafioso stesso a parlare; storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo...
La mafia può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa senza i quali sarebbe come un popolo senza religione, senza ideologia...
I mafiosi hanno costruito un’immagine di sé da ‘uomini d’onore’, paladini dell’ordine che fanno giustizia, ma nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi...
La mafia è un fenomeno di classi dirigenti, di potere... Abbiamo dato forma ad una creatura narrante, un’anima nera, il lato oscuro del pensiero meridiano...

URA Teatro nasce come naturale continuazione del sodalizio artistico tra Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese. Dopo anni di lavoro all’interno di un Teatro Stabile per l’Innovazione, e dopo la loro uscita da quella struttura, hanno attivato diverse collaborazioni con artisti e strutture pugliesi, ma costante era la voglia di approfondire quel percorso artistico cominciato oramai quindici anni fa. Nascono nel frattempo due spettacoli, “Gramsci, Antonio detto Nino”, di Saccomanno, e “Per Obbedienza, dell’incanto di Frate Giuseppe” di Pugliese, due lavori in cerca di una ‘casa’, lavori nati in quel filone di narrazione che fa della memoria il proprio centro poetico. Così due personaggi atipici, ognuno a suo modo, Gramsci e San Giuseppe da Copertino, danno il via al progetto URA teatro: quando la ricerca sulla memoria si lega al racconto stesso della vita quotidiana, ai problemi del presente e alle speranze del futuro, diventa un atto creativo della contemporaneità e non uno sterile culto di un passato da idealizzare.