Sembra ma non soffro
di e con Roberto Scappin Paola Vannoni
produzione quotidianacom, Kilowatt Festival Sensepolcro
con il contributo di Provincia di Rimini
L'estraneità e l'attesa di Sembra ma non soffro non rappresentano antidoti al dolore, sono semmai una degenerazione della sofferenza, tanto che nulla sembrerebbe legare le due figure in scena al tema che le ha scaturite, nulla tranne essi stessi, posti su due inginocchiatoi ma con niente di cui pentirsi, né qualcuno a cui rivolgere una preghiera.
Nello spazio tra le parole c'è altro. Il solito pensiero indicibile o forse qualcosa di più.
Come figure incasellate nella striscia di un fumetto aspirano a un altrove e si dibattono come sbavature di un disegno nel recinto angusto della vignetta.
Dopo il primo episodio Tragedia tutta esteriore, lavoro che ci ha in qualche modo rivelato come dall'accettazione della propria inutilità possa prodursi una materia nuova su cui sperimentare la propria impotenza, ci siamo accorti che si erano prodotti, quasi per partenogenesi, altri organismi esplorativi che ci indicavano e conducevano verso nuove microrealtà.
Nel tentativo di organizzare e dare una struttura drammaturgica a questa materia eclissata e instabile, abbiamo individuato il corpo di tre organismi che si versano l'uno nell'altro e dialogano insieme. Abbiamo chiamato questo corpo trilogia dell'inesistente.
Il primo, Tragedia tutta esteriore, alle prese con una vendetta;
il secondo, Sembra ma non soffro, si confronta con l'attesa e l'estraneità;
il terzo, Grattati e vinci, dello scrivere e produrre attraverso i mezzi stessi dell'impotenza.
La cifra dinamica di questa trilogia dell'inesistente, nella sua evoluzione concentrica di ineludibile ritorno al punto zero che l'ha generata, si identifica e si concreta sostanzialmente in esercizi di condizione umana.
Roberto Scappin e Paola Vannoni fondano nel 2003 a Rimini quotidiana.com. La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi.
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica. Il Primo episodio della Trilogia, “Tragedia tutta esteriore”, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna. I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino. Dal 2008 a oggi con “A casa, bambola!” la compagnia ha prodotto quindici spettacoli.
Un percorso di ricerca e sperimentazione che prosegue nel solco di una scrittura dialogica fatta di domande e risposte, temperature surreali e comiche che hanno un valore politico, perché si inseriscono nei nodi gordiani dell’etica, dell’estetica e, più in generale, dei dilemmi esistenziali. E che cerca una sua cifra espressiva nella stilizzazione dei due personaggi dialoganti, nella loro recitazione pacata ma “sorniona”, apparentemente immobile ma icastica, che amplifica l’effetto straniante e ironico dei loro testi.
Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione.
Nel 2022 con Titivillus ha pubblicato i testi della seconda Trilogia Tutto è bene quel che finisce.