Stran’arte
di e con Gigi Gherzi
Un tavolino di un bar, due sedie e un dialogo immaginario che presto si trasformerà in un monologo dai tratti intimistici. ?Così Gigi Gherzi firma un omaggio a Giovanni Testori ripercorrendo i sentieri della memoria alla ricerca di risposte sul nostro tempo. ??Guardando dal buio di una finestra milanese, Gherzi si interroga sul senso del mondo contemporaneo. “Cosa direbbe Pasolini delle amicizie su Facebook?” si chiede gettando uno sguardo di sufficienza all’attualità, e iniziando con la memoria un viaggio a ritroso, lungo quell’infanzia degli anni ’60 scandita da domeniche buie e nebbiose, a girare i paesini della provincia lombarda insieme al padre, alla ricerca di statue, pezzi d'arte, dipinti da catalogare. ??Quel padre impiegato di banca e critico d’arte dilettante che subisce il fascino di Giovanni Testori, drammaturgo lombardo e scrittore d’arte, inviso alla critica ufficiale, che porta avanti un progetto ambizioso: catalogare tutti i dipinti lombardi e piemontesi del Sei e Settecento. ?Ecco allora Gherzi attingere a piene mani alla propria memoria intima e familiare, col ricordo bambino della noia e del freddo di quelle giornate contrapposti all’entusiasmo del padre per la gita al Sacro Monte di Varallo Sesia o in altre località sperdute, alla ricerca di chiesette e madonnine solitarie. Il viaggio lungo i sentieri della memoria diventa pretesto e occasione per cercare il senso di una passione così forte nei confronti dell’arte, e per cercare di spiegare attraverso la lettura di alcuni dipinti il dolore di un’umanità feroce e ferita in alcune zone sfortunate del mondo. Si entra così nella parte più viva del monologo: il racconto drammatico del viaggio in Nicaragua, il contatto con il dolore profondo, la visione della miseria umana, la fragilità dell’esistenza. Con grande abilità narrativa, l’attore ci conduce nei sentieri della disperazione, tra la miseria e la violenza dei teatri di guerra, dove l’infanzia viene costantemente negata, e non esistono diritti ma tanta fatica e povertà.
Gigi Gherzi - Attore e regista ha collaborato tra gli altri con il Teatro Franco Parenti, il Teatro Out Off, il Teatro Verdi, Quelli di Grock, il Teatro dell’Argine, Koreja, Assemblea Teatro e il Teatro Mummpitz di Norimberga. Tiene corsi sulla drammaturgia, la regia e il lavoro dell’attore presso tutte le più importanti istituzioni teatrali italiane. Ha curato la realizzazione di eventi teatrali lavorando con adolescenti, con il carcere di S. Vittore e con i Centri Sociali Autogestiti. E’ direttore artistico del progetto “Teatro degli incontri”, un lavoro di ricerca artistico-teatrale e di intervento sociale. Un progetto che si propone di investire energie, pratiche e riflessioni artistiche sul tema della condizione dei migranti e delle culture e comportamenti del paese che li accoglie.
http://www.gigigherzi.org