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Memorie d'Arneo


Di e con Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno
Musiche Redi Hasa
Cura della produzione Giovanna Sasso
Collaborazione artistica e ricerche Marina Donativi, Angela Elia, Palmalisa Marra Visual e grafica Sblidassiu
Direzione organizzativa
Laura Scorrano
Spettacolo prodotto da Ura Teatro
con il sostegno di Consiglio Regionale della Puglia e Comune di Leverano In collaborazione con Unione dei Comuni-Union3 e CoolClub

Era una terra di sogni e speranze, l’Arneo.
Lo era per chi, con le mani indurite da un lavoro nei campi che non lo riscattava dalla miseria, vedeva, in quei terreni che si estendevano a perdita d’occhio, la promessa di una rinascita.
Era il sogno di quegli anni, dopo la guerra, dopo gli orrori, perché era bello credere che di terra si potesse campare.
Ed era un sogno condiviso in tutto il paese, da tutti quei contadini che vedevano immensi feudi abbandonati.
Ed era il sogno di quei contadini che sapevano come prendersene cura, con quanto sudore renderla feconda, come gioire dei suoi frutti.
Ché la bellezza è un premio per chi la sa coltivare, non un diritto per chi la può comprare.

Le occupazioni nell’Arneo sono la conclusione di una straordinaria stagione di lotte per il lavoro e per la dignità dell’uomo. Raccontare di quei fatti, di quelle speranze, di quelle conquiste, vuol dire raccontare un sud del mondo che chiede, ora e sempre, che venga ascoltato il suo pensare, il suo conoscere, perché sono tante le strade che si possono percorrere e tanti i nomi di Dio.

L’Associazione Culturale URA teatro nasce come naturale continuazione del sodalizio artistico tra Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese. Dopo anni di lavoro all’interno di un Teatro Stabile per l’Innovazione, e dopo la loro uscita da quella struttura, hanno attivato diverse collaborazioni con artisti e strutture pugliesi, ma costante era la voglia di approfondire quel percorso artistico cominciato oramai quindici anni fa. Nascono nel frattempo due spettacoli, “Gramsci, Antonio detto Nino”, di Saccomanno, e “Per Obbedienza, dell’incanto di Frate Giuseppe” di Pugliese, due lavori in cerca di una ‘casa’, lavori nati in quel filone di narrazione che fa della memoria il proprio centro poetico. Così due personaggi atipici, ognuno a suo modo, Gramsci e San Giuseppe da Copertino, danno il via al progetto URA teatro: quando la ricerca sulla memoria si lega al racconto stesso della vita quotidiana, ai problemi del presente e alle speranze del futuro, diventa un atto creativo della contemporaneità e non uno sterile culto di un passato da idealizzare. Nella nuova ‘casa’ trovano spazio sia i vecchi lavori di Saccomanno “Via” e “Iancu” che due nuovi progetti: “Shoah, frammenti di una ballata“ di Saccomanno accompagnato dal violoncellista Redi Hasa, e uno spettacolo di cantastorie di strada di Pugliese, ”Transumanze”. Nel frattempo è continuo il lavoro sul territorio con progetti di teatro comunità in alcuni paesi del Salento. URA è parola presa in prestito dalla vicina Albania. Sta per ponte.